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SANTISSIMO REDENTORE
DI FEDER

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(Testo tratto dal libro "Le chiese dell'antica Pieve di san Giovanni Battista nella Valle del Biois - Documenti di storia e d'arte" di Loris Serafini e Flavio Vizzuti)

Sul luogo dell’attuale oratorio, esisteva una piccola cappella, capace di poche persone, in cui non si celebrava la messa ma si recitava il rosario in Quaresima e nei mesi di maggio e ottobre. Pare risalisse alla fine del Settecento e la tradizione – non suffragata da documenti scritti – ne attribuiva l’edificazione alla famiglia De Biasio (Zoldi) (1).
Il nuovo oratorio fu costruito dal 1933 al 1935. L’idea nacque dai frazionisti diFeder, che furono subito appoggiati da don Filippo Carli, arciprete di Canale, che suggerì lo stile neogotico e la dedicazione a Cristo Redentore a ricordo del XIX centenario della Redenzione. L’incarico venne affidato al geometra Sante De Biasio di Serafino, mentre venne costituito un apposito comitato presieduto da Vincenzo Valt (Cencio Mena) e composto dagli uomini più rappresentativi del paese, come Riccardo Pasquali, Domenico Scardanzan, Serafino De Biasio, Antonio Da Rif fu Bortolo e altri ancora. Il sedime fu regalato dallo stesso presidente del comitato (si trattava infatti di parte del suo orto). Un gruppo di volontari si offrì come operai per la costruzione: la sabbia più fine fu portata dal torrente Biois a spalle, la ghiaia dalla località “Caiada” dalle donne. La decorazione interna dell’edificio fu realizzata da Serafino Bortoli – autore pure della coeva tinteggiatura della chiesa di Canale – che eseguì i tre medaglioni eucaristici dell’abside. L’altare venne costruito dalla ditta Luchetta-Andrich di Celat, mentre la statua del Redentore – offerta dalla benefattrice Elena Fenti De Biasio – fu scolpita nella bottega Stuffleser di Val Gardena. Nel piccolo “cavaliere” di legno sopra la porta fu posta la vecchia campanella della cappella precedente. Un episodio curioso riguardante la fornitura degli arredi sacri vede protagonista il cappellano della Pieve di Canale, Albino Luciani, futuro papa Giovanni Paolo I. Mandato a Padova dall’arciprete Bramezza con lo scopo di acquistare il necessario per l’oratorio, si sentì poi rimproverare dal suo superiori per non essere stato un buon “uomo d’affari”: aveva infatti speso troppo. Luciani ricordava con simpatia questo episodio.
L’oratorio fu benedetto il 12 settembre 1935. Per l’occasione, ricorda mons. Ausilio Da Rif nel libretto da lui scritto per il cinquantesimo dell’oratorio, “si erano pulite le strade adiacenti, costruiti archi, addobbate le case. Un sopralluogo dell’arciprete mons. Bramezza aveva accertato che tutto era stato realizzato secondo le norme liturgiche all’interno della chiesa”. La prima messa – come ricorda una lapide posta nel 1985 – fu celebrata alle ore 7 del mattino dallo stesso don Albino. La benedizione solenne avvenne durante la messa delle ore 10 e fu impartita dall’arciprete di Canale (2).
La rappresaglia nazista del 20 e 21 agosto 1944 risparmiò completamente dal fuoco la piccola costruzione che tra il 1984 e il 1985, grazie alla generosità di alcuni volontari, fu completamente restaurata. I lavori furono inaugurati nel cinquatesimo della sua benedizione.

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(1) Queste notizie attendibili mi sono state fornite dalla gentilezza di mons. Ausilio Da Rif, decano del capitolo della cattedrale di Belluno e nativo di Feder, dove trascorse la sua infanzia e le sentì narrare dai vecchi del paese.

(2) Da Rif A., Cinquantesimo della chiesa di Feder, Agordo, 1985, 5-10. AAC, Gestione edifici, arredi e opere di culto, chiesa del Ss. Redentore di Feder, 1933-1935, busta 72/36.

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